Ayrton Senna (21 marzo 1960 – 1 maggio 1994) Le dinamiche del drammatico incidente

Ayrton Senna (21 marzo 1960 - 1 maggio 1994) Le dinamiche del drammatico incidente
Senna uscì di pista in piena velocità alla curva del Tamburello, a causa del cedimento del piantone dello sterzo. Il piantone era stato modificato ed allungato nella notte dopo le prove cronometrate, alla vigilia della gara, dopo che Senna aveva chiesto di migliorare la visibilità della strumentazione. La saldatura manuale si era mostrata però insufficiente a reggere le sollecitazioni della gara, ed il giorno successivo, dopo la partenza, il pilota non poté quindi fare nulla per controllare la monoposto. Senna, infatti, rimasto ormai passeggero impotente di una vettura ingovernabile, frenò, ma non riuscì ad evitare il muro del Tamburello. Le conseguenze risultarono tragiche: l’impatto fu tremendo, coinvolgendo la parte anteriore destra della monoposto. Un’altra causa del ridotto rallentamento fu data dalla presenza di un gradino d’asfalto coperto d’erba all’ingresso della via di fuga, che fece sobbalzare la vettura facendole conservare la velocità. Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzatosi, penetrò nella visiera del casco del pilota, dal bordo superiore. Ciò causò lo sfondamento della regione temporale destra e provocò gravissime e fatali lesioni. Il pilota brasiliano perse oltre 3 litri di sangue in seguito a tali lesioni; dopo i primi soccorsi a bordo pista prestatigli dall’equipe medica, sotto l’occhio vigile del medico della FIA Sid Watkins, fu deciso di trasportarlo via elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna. Qui il pilota venne ricoverato nel reparto di rianimazione, dove si accertò che il danno più rilevante era il trauma cranico provocato proprio dal puntone della sospensione; ogni sforzo per salvargli la vita fu vano e Senna spirò all’età di 34 anni alle ore 18,40 senza aver mai ripreso conoscenza. Poche ore dopo, la magistratura italiana ordinò l’autopsia sul corpo del campione, in cui non furono riscontrati altri danni fisici di particolare gravità. Ciò è spiegabile col fatto che l’angolo d’impatto, di soli 22º, aveva permesso una progressiva dissipazione dell’energia cinetica, prima contro il muretto e quindi nella sabbia. La cosa non deve destare meraviglia, dal momento che analoghi incidenti ad alta velocità nello stesso punto, come quello di Nelson Piquet nel 1987, quello di Gerhard Berger nel 1989 o quello di Michele Alboreto nel 1991, si erano risolti senza particolari traumi da decelerazione al pilota. In Brasile furono proclamati 3 giorni di lutto nazionale, mentre a seguito delle indagini sulla morte del brasiliano, il circuito di Imola fu posto sotto sequestro. Successivamente, nel 1997 si aprì il processo sulla morte di Senna, che portò nel 2005 all’assoluzione sia del patron della Scuderia Williams F1 Frank Williams, sia del progettista della vettura Adrian Newey, in tutti i 3 gradi di giudizio. la Corte di Cassazione ha invece sentenziato nel medesimo anno, il “non luogo a procedere” per la richiesta di assoluzione rivolta al direttore tecnico del team Patrick Head, in quanto egli già riconosciuto colpevole di omicidio colposo, ma non condannabile essendosi estinto il reato per prescrizione[19]. Il processo ha consentito di portare alla luce numerose anomalie nell’atteggiamento della Williams e della Federazione, nel caso ad esempio della misteriosa sparizione delle centraline elettroniche della FW16 o nel caso della cancellazione degli ultimi fotogrammi del camera-car di Ayrton. Molte migliorie sono state successivamente apportate a livello tecnico, dopo che in un primo momento la Federazione aveva varato un piano d’emergenza per il prosieguo della stagione.

Pubblicato da naturalworld

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